Aziende

La società che si occupa dell’elettricità in Francia è EDF (elettricità di Francia), in Italia ENEL (ente Nazionale per l’Energia Elettrica). Entrambe nascono nel periodo del dopo-guerra: EDF nel 1946, ENEL nel 1962 durante la nazionalizzazione dei produttori di elettricità.


Ma negli anni ’90 si assiste ad una differenziazione fra la Francia e l’Italia. Infatti Enel è riformata e privatizzata nel 1999 in occasione dell’apertura del mercato italiano dell’elettricità promossa dalla Commissione Europea (1996) e dal Governo (1999) mentre EDF è privatizzata cinque anni dopo, nel 2004.
La ragione della privatizzazione di Enel non è solamente dovuta alla liberalizzazione del mercato dell’elettricità ma anche al fallimento dello Sato del 1992. È per risollevarsi che lo Stato ha dovuto vendere delle aziende, fra cui Enel.
Nel 1999 il Governo applica il Decreto Bersani (più esattamente decreto legislativo n° 79 promulgato il 16 Marzo 1999). Questo decreto, che prende il nome dal ministro che lo ha proposto, prevede l’apertura del mercato dell’elettricità, che a partire dalla nazionalizzazione del 1962 era monopolistico (vale a dire che solo Enel poteva produrre e vendere energia elettrica agli utenti), agli altri operatori che diventano concorrenti di Enel.
Il decreto dispone inoltre, secondo le norme, la separazione di ogni fase: produzione, trasmissione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica. Ogni fase è regolamentata in maniera che si possano ottenere le migliori condizioni capaci di assicurare l’apertura del mercato. Apertura che dovrebbe assicurare l’entrata di capitali privati e una concorrenza fra diversi operatori per avere delle tariffe più convenienti rispetto alla situazione di monopolio che c’era in passato. A partire da questo decreto, Enel ha dovuto costruire delle società separate in grado di occuparsi di ogni fase (distribuzione, vendita, smantellamento).
Dal 1999 fino al 2005, Enel è sempre più privatizzata. Oggi è una società che appartiene al 31% allo Stato.
EDF, invece, è privatizzata solo nel 2004 poiché la Francia era piuttosto reticente ad applicare la direttiva della Commissione Europea sul territorio nazionale. Infatti, mentre l’ Italia si adatta alla direttiva europea con il decreto Bersani nel 1999, la Francia applica la direttiva solo nel 2006. Inoltre, mentre l’obiettivo dell’Italia è quello di promuovere la concorrenza, quello della Francia è di continuare a investire nel nucleare che rappresenta un valore di identità e un elemento di sovranità nazionale.
Oggi lo Stato controlla l’85% di EDF che resta quindi una società in maggioranza legata allo Stato.



Ansaldo è una società industriale, sorta a Sampierdarena (quartiere di Genova) nel 1853 con la ragione sociale di Gio. Ansaldo & C.
L'azienda nacque per interessamento del conte di Cavour, fermamente intenzionato a dar vita ad una industria piemontese per la produzione di locomotive a vapore e materiale ferroviario, in modo da ridurre le costose importazioni dei macchinari dall'Inghilterra e dal regno delle due Sicilie.
Nel 1852, il ministro Cavour riuscì a coalizzare un solido gruppo imprenditoriale diretto dal giovane e brillante ingegnere meccanico Giovanni Ansaldo, scelto tra i docenti dell'ateneo torinese.
Nel 1948, l’IRI Istituto per la ricostruzione industriale, affida la gestione delle società Ansaldo alla società finanziaria Meccanica, Finmeccanica e nel 1993 viene assorbita completamente in Finmeccanica S.p.A.

Ansaldo Energia S.p.A. nasce dalla divisione della società Ansaldo in: Ansaldo Ricerche, Ansaldo Fuel Cells, Ansaldo Nucleare (dal 2005 controllata da Ansaldo Energia), Ansaldo Breda, Ansaldo STS, Ansaldo Sistemi Industriali, Ansaldo caldaie e Ansaldo Energia.
Attualmente é tra i primi gruppi al mondo produttore di centrali elettriche, prima delle aziende del gruppo Ansaldo e del settore civile di Finmeccanica.
L'azienda nasce nel 1953 con il nome di Gruppo Industrie Elettro Meccaniche per Impianti all'Estero, con sede a Milano. Il 30 agosto 1991 assume l'attuale denominazione di Ansaldo Energia e sposta la sede a Genova.

Ansaldo Energia è un produttore di energia con una vasta gamma di offerta di prodotti e servizi, copre l'intero spettro della produzione di energia con la fornitura di centrali elettriche complete e la produzione di turbine sia a vapore sia a gas e dei generatori.
Inoltre fornisce centrali elettriche nucleari vantando una notevole esperienza nel campo dei reattori nucleari. Recentemente con l'acquisizione di Ansaldo Ricerche e di Ansaldo Fuel Cells ha rafforzato lo sviluppo e la ricerca nel campo delle nuove fonti di energia.

Non possiamo però non parlare dell’attuale crisi di Finmeccanica che va collocata in un contesto più globale.
Lo scorso Dicembre, il presidente della Regione Liguria Burlando ha incontrato l'amministratore delegato e presidente di Finmeccanica, Giuseppe Orsi. Al centro dell' incontro, in particolare, le aziende liguri della società Finmeccanica, tra cui Ansaldo Energia.
Il presidente della regione ha riconosciuto l'importanza strategica delle aziende liguri per il tessuto produttivo della regione Liguria e ha sottolineato quanto i continui contatti con i lavoratori testimonino la preoccupazione diffusa fra quest’ultimi.

A questo proposito, in occasione delle novità inserite nel decreto legge della manovra economica, circa 300 lavoratori di Ansaldo Energia sono scesi in piazza per chiedere garanzie sul futuro occupazionale dell'azienda, a rischio vendita per la crisi che ha coinvolto il gruppo Finmeccanica.
Infatti il timore delle istituzioni e dei lavoratori è che si proceda con un' operazione di dismissione degli asset più interessanti e appetibili, a cominciare da Ansaldo Energia.
Ansaldo Energia compete in un mercato globale di colossi e la cessione del 49% del suo capitale al fondo americano First Reserve non ha garantito solo un importante afflusso di liquidità, ma ha aperto anche all' azienda genovese guidata dall' amministratore delegato Giuseppe Zampini nuove relazioni commerciali, proprio grazie ai contatti attivati dal socio americano.




Areva è un gruppo industriale francese specializzato in materia di energia elettrica di origine nucleare. Questa impresa è presente a livello internazionale con una rete commerciale in 100 paesi e una presenza industriale in 43 paesi. Areva esercita le sue attività su 45 principali siti industriali: 33 siti in Europa, di cui 25 in Francia, 8 in America, 1 in Asia, 3 in Africa (Nigeria, Repubblica Centroafricana, Namibia).

Le sue attività sono essenzialmente legate all’energia nucleare (estrazione del minerale di uranio, elaborazione di combustibili nucleari, costruzione di reattori, trattamento dei combustibili usati, sfruttamento nucleare, propulsione nucleare, trasporto di materie radioattive) e in misura minore ad altre forme di energia (eolica ad esempio).
Areva è stata creata il 3 Settembre 2001 dalla fusione di CEA Industrie, Cogema, Framatome, ANP e FCI.
La sua ragione sociale è Areva SA, anche se il suo nome legale è Société des participations du Commissariat à l’énergie atomique. Il nome Areva non è una sigla , è stato ispirato dall’ abbazia di Arévalo, in Spagna. Tuttavia, il gruppo scrive il suo nome in maiuscolo, AREVA.
Areva all’inizio del 2004 compra il ramo trasmissione e distribuzione (Areva T&D) ma alla fine del 2009 se ne separa, concentrandosi sulla produzione di energia senza CO2 in senso ampio. Infatti le energie rinnovabili (eoliche, solari, bioenergie, idrogeno e stoccaggio) prendono una parte sempre più ampia nelle attività del gruppo che vuole diventare da qui al 2012 uno dei tre leader mondiali di questo settore.
Del resto, il settore energetico rappresenta oggi i due terzi delle emissioni totali di gas a effetto serra. L’aumento del bisogno di energia avrà quindi un impatto irreversibile sul clima se non ci voltiamo verso delle risorse di energia che emettono meno CO2.
Come si può leggere nel sito del gruppo, nel 2030, la domanda mondiale d’energia sarà aumentata del 50 % rispetto al 2008. A questa constatazione si aggiungono due fenomeni fondamentali:
o Il cambiamento climatico
o L’esaurimento programmato delle risorse d’energia fossile
Per quanto riguarda l’esaurimento delle risorse fossili, si può cercare di risolvere il problema con l’energia nucleare e le energie rinnovabili che sono complementari, garanti di un mix energetico con meno CO2, economico e affidabile. Infatti se si guarda la media delle emissioni di CO2 a seconda del settore elettrico, si può constatare che l’energia nucleare, eolica e quella solare producono meno CO2 rispetto ad altri tipi di energia (carbone, petrolio e gas).
Di fronte al cambiamento climatico, delle misure sono già state prese a livello internazionale. Il protocollo di Kyoto (firmato nel 1999 e entrato in vigore nel 2005) obbliga per esempio i paesi signatari (paesi industrializzati) a ridurre le loro emissioni di gas a effetto serra del 5,2% sul periodo 2008-2012 rispetto al livello del 1990.

In conclusione si può quindi affermare che il contesto mondiale sottolinea la necessità di utilizzare delle energie che emettono meno CO2 ed è proponendo delle soluzioni nell’energia nucleare, nelle bioenergie, nell’eolica o nel solare, che AREVA contribuisce a portare avanti questa sfida.