domenica 19 febbraio 2012

Lo smantellamento delle centrali nucleari

Lo smantellamento, in inglese DECOMMISSIONING è la fase di:

DECLASSAMENTO, DECONTAMINAZIONE e SMANTELLAMENTO
delle installazioni e ripristino del sito che ha lo scopo finale di giungere:
- alla completa demolizione di un impianto nucleare;
- alla rimozione di ogni vincolo dovuto alla presenza di materiali
radioattivi;
- alla restituzione del sito per altri usi.

Esistono tre opzioni per lo smantellamento:
Chiusura con stretta sorveglianza del'impianto: Rimangono all'interno fluidi, tubi, vasche piene d'acqua con le barre di combustibile esausto. Con questa procedura denominata Tombatura (in inglese ENTOMBMENT) le strutture, i sistemi e i componenti radioattivi sono racchiusi in una struttura resistente e durevole nel lungo periodo. La struttura risultante è poi sottoposta a un programma di manutenzione e sorvegliata
permanentemente. Con tale strategia ogni impianto diventa un deposito definitivo di se stesso.
A volte si tratta di una scelta obbligata come nel caso di Černobyl', ma in località remote e poco popolate, per siti con molti reattori facili da vigilare, può essere un'opzione.
Rilascio del sito con alcune restrizioni: Dopo l’allontanamento del combustibile vengono effettuati smantellamenti solo sulle parti debolmente contaminate. L’edificio reattore viene posto in condizioni di sicurezza e mantenuto in questo stato per alcuni
decenni. Il decadimento naturale riduce la quantità di materiali contaminati e radioattivi da trattare e smaltire.
Questa procedura (denominata SAFESTOR) causa problemi connessi con la perdita di personale qualificato, indisponibilità del sito per un periodo di tempo prolungato e incertezze sui costi futuri di smaltimento dei rifiuti, manutenzione, sicurezza e sorveglianza del sito.
Rilascio senza restrizioni del sito: Le attività di smantellamento avvengono subito dopo la cessazione dell’esercizio. I rifiuti radioattivi residui sono trattati, imballati e mantenuti in un sito idoneo allo stoccaggio temporaneo o trasportati al sito di smaltimento definitivo. Vantaggio di disporre rapidamente del sito e utilizzare operatori dotati di una notevole conoscenza dell’impianto
Questo tipo di smantellamento (denominato DECON) permette all'impianto di essere rimosso dalla lista degli impianti da tenere sotto controllo, e lo esime da tutte le norme e impedimenti che restringono l'uso delle aree che occupa e di quelle vicine, questo in un periodo di tempo relativamente breve dopo lo spegnimento e la fine delle attività regolate dall'agenzia. Solitamente, le attività di smantellamento o decontaminazione finale, iniziano entro pochi mesi o anni, dipende dal tipo di reattore, caratteristiche e luogo che ospita la centrale. In seguito alla rimozione dal controllo normativo, il sito viene reso disponibile al riutilizzo.

Lo svolgimento del decommissioning passa attraverso le seguenti fasi:

sistemazione del combustibile nucleare esaurito(invio al ritrattamento/riprocessamento o stoccaggio temporaneo in sito);
trattamento, condizionamento e stoccaggio temporaneoin sito dei rifiuti radioattivi accumulati in fase di esercizio;
• caratterizzazione, decontaminazione e smantellamento
delle apparecchiature, degli impianti e degli edifici;
trattamento, condizionamento e avvio al deposito (se radioattivi)
o allo smaltimento per via ordinaria (se non radioattivi) dei materiali derivanti dalle operazioni di smantellamento;
caratterizzazione, riqualificazione e rilascio del sito per altri usi
con l’eliminazione di ogni vincolo derivante dalla presenza di radioattività.

Il rischio principale è dato dalla possibile presenza di materiale radioattivo o fissile, fatto che richiede precauzioni specifiche, la decontaminazione del personale, delle attrezzature e procedure di trasporto e di stoccaggio molto costose. Ad esempio il gas di metallo prodotto durante il taglio delle tubazioni diventa radioattivo, come anche la polvere del cemento risultato delle demolizioni.
In genere, le centrali nucleari della I e II generazione furono progettate per una vita utile di circa 30 anni, ma in realtà la media è stata di 22 anni. Per gli impianti di più recente costruzione e progettazione (III generazione) l'industria nucleare prevede un periodo operativo dai 40 ai 60 anni.
Una volta che la centrale viene smantellata, non deve persistere la possibilità di incidenti coinvolgenti la radioattività, o qualsiasi altra potenzialità di danno causato dalle strutture del reattore ai visitatori del sito. Negli Stati Uniti d'America e in Francia dopo che una centrale viene posta fuori servizio, asportato il combustibile e asportate le parti più radioattive, si consente la cessazione del suo controllo obbligatorio e la società che deteneva la licenza della centrale viene sollevata dalle responsabilità legali per la sicurezza nucleare del sito.

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