giovedì 22 marzo 2012

À propos de santé… La salute…

Uno studio dell’Inserm, Institut nationale de la santé et de la recherche médicale, ha evidenziato un’incidenza maggiore di casi di leucemia infantile nei pressi di 19 siti nucleari d’oltralpe. I risultati della ricerca coordinata dalla dott.ssa Jacqueline Clavel del dipartimento di Epidemiologia e prossima alla pubblicazione sull’International Journal of Cancer, non sono tuttavia sufficienti a stabilire con certezza un rapporto di causa-effetto fra i casi di leucemia e la vicinanza alle centrali nucleari.
Dominique Laurier, responsabile del reparto di Epidemiologia dell’Istituto di radioprotezione e sicurezza nucleare (IRSN) e co-autore dello studio, commenta che si tratta di un risultato verificato e statisticamente significativo, oltre che sorprendente. In effetti, studi precedenti non avevano registrato scostamenti evidenti rispetto alla media nazionale. Tuttavia, fra il 2002 e il 2007, periodo di riferimento del nuovo studio, 14 bambini con meno di 15 anni che abitano in un raggio di 5 km dai siti nucleari si sono ammalati di leucemia, un’incidenza superiore del doppio rispetto al normale.
Si tratta però di numeri troppo bassi per giungere a conclusioni definitive, per ottenere le quali il dott. Dominique Laurier suggerisce l’avvio di studi più approfonditi.
I ricercatori francesi ipotizzano la presenza di altri fattori scatenanti, come l’esposizione a particolari agenti naturali industriali, ma l’ipotesi più dibattuta é quella che gli afflussi di etnie diverse possono modificare l’equilibrio immunitario di un popolo. Peraltro diversi studi hanno già sostenuto tale ipotesi, spiega la dott.ssa Clavel.
Altri ricercatori tuttavia esprimono dubbi in proposito, anche perché l’ipotesi non spiega i risultati di uno studio tedesco, che sul lungo periodo ha mostrato un’incidenza doppia nei casi di leucemia sui bambini con meno di cinque anni che risiedevano vicino a centrali nucleari, in aree non interessate dal fenomeno dell’immigrazione.

(Fonte: http://www.italiasalute.it/Centro_Malattie.asp?Sezione=Leucemia; articolo di Andrea Piccoli, 16 /01/2012)


En décembre 2007, l’Institut fédéral allemand de protection contre les rayonnements ionisants a rendu publique une étude épidémiologique multi-sites portants sur 16 sites nucléaires allemands, qui fait état d’un excès de risque de leucémies chez les enfants de moins de cinq ans vivant dans un rayon de 5 km autour des centrales nucléaires allemandes.
Suite a cette étude, l’IRSN a entrepris une revue critique de la littérature scientifique internationale sur le risque de leucémie chez l’enfant vivant à proximité d’installation nucléaires. Cette étude cherche à répondre à la question « la fréquence des leucémies à proximité de sites nucléaires est-elle plus élevée qu’ailleurs ? ».

(Pour lire la revue: http://www.irsn.fr/FR/Actualites_presse/Actualites/Documents/IRSN-Rapport-Leucemie.pdf)



Des chercheurs de l’Inserm et de l’Université Paris 11 publient dans le Bulletin Epidémiologique Hebdomadaire (BEH) de l’Institut de veille sanitaire les premières données sur les cancers de l’enfant pour la période 2000-2004. Elles montrent une augmentation du nombre de nouveaux cas qui pourrait s’expliquer par de meilleurs outils de diagnostic. Au total, un enfant sur 440 est susceptible de développer un cancer avant l’âge de 15 ans.
Bien que rares et ne représentant que 0,2% des décès par cancers en 2005, les cancers de l’enfant constituent la deuxième cause de mortalité entre 1 et 14 ans, après les accidents.
L’étude dirigée par Jacqueline Clavel (Inserm/ Université Partis Sud) et publiée dans le Bulletin épidémiologique hebdomadaire de l’Institut de Veille Sanitaire couvre pour la première fois l’ensemble du territoire français métropolitain. Elle est basée sur le Registre national des tumeurs solides de l’enfant qui fournit des données annuelles sur l’incidence des cancers de l’enfant en France.
Au total, 8.473 cancers ont été enregistrés chez les enfants de 0 à 14 ans entre 2000 et 2004, dont 3.446 hémopathies malignes (maladies du sang) et 5 027 tumeurs solides. Les chercheurs estiment le taux d’incidence, c’est-à-dire le nombre de nouveaux cas survenus durant la période étudiée, à 156,6 cas de cancers par an et par million d’enfants. "En d’autres termes, précisent les auteurs, un enfant sur 440 est susceptible de développer un cancer ou un tumeur cérébrale bénigne avant l’âge de 15 ans."
Le nombre de cas observé est 20% plus élevé chez les garçons et environ 50% des cancers de l’enfant sont survenus avant 5 ans, avec une répartition par tranche d’âge variable selon les cancers. Les cancers les plus fréquents sont les leucémies (29%), les tumeurs du système nerveux central (23%), les lymphomes (12%) et les neuroblastomes (8%).
L’incidence globale des cancers observée est en hausse par rapport à la période 1990-1999. Selon les auteurs ces chiffres sont concordants avec ceux observés en Europe et aux Etats-Unis et peuvent s’expliquer par une amélioration des techniques de diagnostic de ce type de cancers. Au-delà de l’obtention de statistiques sur les cancers de l’enfant, ces registres répondent également à un objectif de santé publique : rechercher les causes de ces cancers afin de mieux les prévenir.

(Source :www.inserim.fr)


Le centrali nucleari francesi responsabili dell'incremento di leucemie infantile acute?

International Journal of Cancer pubblica la ricerca "Childhood leukemia around French nuclear power plants - the Geocap study, 2002-2007" nella quale un team di ricercatori francesi dell' Institut national de la santé et de la recherche médicale (Inserm) e dell'Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire (Irsn) riportano i risultati degli studi sui rischi di leucemia leucemia infantile acuta (Al) nei dintorni delle centrali nucleari francesi, a partire dalla ricerca Geocap dell'Inserm che include i 2.753 casi diagnosticati in tutta la Francia continentale tra il 2002 ed il 2007, geo-codificati e situati intorno alle 19 centrali nucleari francesi, e gli oltre 30.000 controlli sulla popolazione.
Lo studio ha utilizzato distanza di centrali nucleari e dose-based geographic zoning (Dbgz) , «Basata sulla dose stimata di midollo osseo in relazione agli scarichi gassosi delle centreali nucleari». E' venuto fuori che « Un odds ratio (Or) di 1.9 [1.0-3.3], basato su 14 casi, è stato evidenziato per i bambini che vivono entro 5 Km dalle centrali nucleari, paragonati con quelli che vivono lontano 20 km o più, ed un'associazione molto simile è stata osservata in concomitanti studi di incidenza (standardized incidence ratio (Sir) = 1.9 [1.0-3.2]). Questi risultati sono stati simili per tutti i 5 gruppi di anni di età . Questo persiste anche dopo le stratificazioni per alcune caratteristiche contestuali di comuni di residenza». I risultati, utilizzando il Dbgz risultato nell'Or e nel Sir, si avvicinano maggiormente. Inoltre non c'è stato un aumento dell'evidenza di leucemia acuta nel periodo 1990-2001 e per l'intero periodo 1990-2007. Secondo i ricercatori. «I risultati suggeriscono un possibile eccesso di rischi di Al nelle immediate vicinanze delle centrali nucleari francesi nel 2002-2007. L'assenza di qualsiasi associazione con il Dbgz può indicare che questa associazione non può essere spiegata con le emissioni gassose delle centrali nucleari Complessivamente, i risultati dell'inchiesta e le analisi collaborative su studi "multisite" condotti in vari Paesi evidenziano potenziali fattori di rischio legati alla vicinanza con le centrali nucleari». Infatti, lo studio pubblicato dall' International Journal of Cancer conferma quello condotto in Germania dal Registro dei cancri di Mayence nel 2008, che era giunto alle stesse conclusioni.
Réseau "Sortir du Nucléaire" spiega che «Questo studio epidemiologico rigoroso condotto da un'équipe dell'Inserme dell'Irsn, cosi come il Registre National delle malattie ematologiche dei bambini di Villejuif, dimostra per il periodo 2002-2007 in Francia un raddoppio della frequenza della comparsa di leucemie infantili: l'aumento va fino a 2,2 tra i bambini di meno di 5 anni».
«Per anni - ricorda Sortir du nucléaire, che non rinuncia a prendersi una rivincita - abbiamo visto l'Irsn lavorare allo smontaggio di tutti gli studi epidemiologici che dimostrano un impatto delle installazioni nucleari sulla salute: smontaggio dello studio di JF Viel che dimostra un eccesso di leucemie e cancri infantili intorno a La Hague: smontaggio dello studio che dimostrava eccessi di leucemie infantili intorno alle centrali tedesche. Réseau "Sortir du nucléaire", una volta tanto, non farà male a complimentarsi con l'Irsn per la sua partecipazione a questo studio epidemiologico. Anche in una situazione non accidentale, ancora una volta viene portata la prova che la tecnologia nucleare non appartiene più ad al mondo civile»

(Fonte: http://www.greenreport.it/_new/index.php?lang=it&page=default&id=14072)

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